Carniere

car-niè-re

Significato Borsa, tasca in cui il cacciatore mette la selvaggina uccisa; borsa, tasca; insieme delle prede uccise nella battuta di caccia

Etimologia dal provenzale carnier, che è dal latino carnarius, derivato di carnis ‘carne’.

  • «Un altro successo da mettere nel carniere.»

L’immagine è quella di una tasca — piuttosto semplice, in apparenza. Ma questo retaggio, proprio di un passato venatorio più popolare, può continuare a offrirci dei begli effetti comunicativi.

Il carniere è propriamente la borsa o la tasca in cui il cacciatore mette la selvaggina uccisa. Notiamo come ci sia un tratto trasformativo sottile e violento, in questo nome — il modo in cui l’animale ucciso transustanzia in mera carne. Qualcosa di analogo si può apprezzare anche nella strage del ‘carnaio’, nel risultato dell’azione del ‘carnefice’, ma non è questo profilo fine a rilevare nello sviluppo degli usi di questa parola.

Ora, il carniere, con un tono un po’ rétro, può essere in genere la borsa o la tascona: ad esempio mi scelgo per lavorare in giardino un pastrano con dei carnieri profondi, per il giro in città mi porto un ampio carniere, e frugo invano nel carniere in cerca di quello che ci ho messo.
Ma il carniere è una borsa di conquista: se manca questo tratto, anche l’uso concreto pare un po’ strano, fuori fuoco. Più facilmente di ritorno dalla libreria mostrerò che cosa ho nel carniere, e mi porto un bel carniere quando faccio un giro fra le bancarelle del mercato. La pienezza del carniere è misura di un bottino. Alla fine della battuta, anzi della partita di caccia, è il carniere, l’insieme delle prede catturate, ad essere metro per la vittoria. È su questa via che il carniere evolve.

Se l’amica si sente già l’esame nel carniere, se credo di avere la tua approvazione nel carniere, se la squadra ha bisogno ancora di cinque punti nel carniere, per vincere il torneo, ecco che la sacca per cadaveri diventa la tasca in cui sentiamo ciò che abbiamo conquistato o stiamo per conquistare, ciò che è nostro. La sovrapposizione nell’uso è ottima — esame in tasca, approvazione in tasca, punti in tasca, o magari anche in saccoccia — ma il carniere si distingue bene.

La sua capacità, il suo peso, la figura originaria del suo contenuto che riverbera nel suo nome, lo rendono tanto più ingombrante — e per certi profili, incisivo. Un ammasso venatorio e agonistico, e insieme pragmatico e spiccio, greve palmarès a cui si aggiungono altre e altre spoglie.

Parola pubblicata il 11 Aprile 2025