Cammeo
cam-mè-o
Significato Gioiello di grande finezza e minuzia, costituito da una preziosa glittica incisa su pietre dure come sardonica, diaspro o agata, su conchiglia o corallo; brevissima apparizione cinematografica o teatrale di un personaggio celebre
Etimologia dall’antico francese camaheu (camaïeu oggi in francese), forse dall’antico alto tedesco camahhōt, cioè ‘composto, conglomerato’.
- «Hai notato il cammeo alla fine del film?»
Parola pubblicata il 01 Giugno 2025
Nella Biblioteca Nazionale di Francia è conservato un oggetto di valore inestimabile e di bellezza ancor più grande: è una lastra di sardonica (una varietà di calcedonio a strati di diversi colori) che misura circa trentun centimetri per ventisei. Su di essa, grazie ad una disposizione a tre registri che sfrutta cinque strati cromatici diversi, è raffigurata la potenza della dinastia Giulio-Claudia e ne è esaltata l’origine divina. L’oggetto è antico, datato probabilmente al 20 d.C. Si suppone che sia stato foggiato nientemeno che dal grande tagliatore Dioscoride per ornare l’urna di Germanico, nipote di Augusto. Stiamo parlando del Gran Cammeo di Francia, il più grande d’epoca classica pervenuto ai nostri giorni. A Vienna è esposta una sua collega, la Gemma Augustea, un po’ più piccola, intagliata su due strati d’onice sempre dalle sapienti mani di Dioscoride.
L’arte del cammeo, come vediamo, è ancestrale. Praticata anche in Mesopotamia, ha visto il suo splendore a Roma, e poi successivamente nella Firenze medicea, per vivere un grande revival durante il neoclassicismo napoleonico (i cammei presenti nei gioielli della corona svedese ne sono testimonianza, così come la moda del Jasperware Wedgwood nel Regno Unito). Sono dei gioielli finissimi ricavati attraverso un laborioso procedimento artigianale su materiali preziosi come la sardonica, l’onice, l’agata, il diaspro, la conchiglia o il corallo. Le figure vengono incise in maniera che la loro immagine, più chiara, risalti sul fondo più scuro. In generale questi preziosi manufatti hanno forme tondeggianti e vengono poi usati per comporre orecchini, collane, ciondoli o spille. La loro delicatezza le rende inadatte per monili a rischio di urti, come anelli o bracciali, sebbene in commercio se ne trovino a bizzeffe.
Ma il cammeo non è solo gioielleria: nel cinema si chiama cammeo l’interpretazione di un attore o attrice famosi che incarnano un ruolo minore, con una comparsa anche di pochissimi secondi. Sono cammei quelli che faceva Hitchcock nei suoi film, è un cammeo quello che di tanto in tanto si concede Quentin Tarantino con grande voluttà, cammeo quello che fece l’attuale presidente degli Stati Uniti d’America in ‘Mamma ho perso l’aereo’. Il perché questo genere di comparse si chiami come un prezioso monile è intuibile facilmente: il cammeo, a meno che non si tratti di un peso massimo come la Gemma Augustea, è per sua natura di dimensioni ridotte. La comparsa dell’attore conosciuto adorna il film con la sua piccola preziosità e strizza l’occhio agli spettatori.
È una parola dal suono elegante, che si impone in una frase con alterigia. La sua origine sta nell’antico francese camaheu, da cui l’odierno camaïeu. La gran parte degli studiosi sono concordi nell’affermare che il passo etimologico precedente si trovi nell’alto tedesco antico camahhōt, participio passato di gamahhōn, col significato di composto, conglomerato. Alcuni hanno voluto vederci origini arabe e greche, ma sembra pacifica una provenienza nordica. Certo, il cammeo è un gioiello ricavato da pietre che, per le variazioni cromatiche presenti, sembrano essere il risultato della conglomerazione di più rocce. Questo avviene nella sardonica, unione di onice e sarda, ma non nell’agata o nel diaspro.
In ogni caso, con la sua bellezza, il cammeo fa parte del nostro linguaggio e, se possiamo ammirare la vetrina della gioielleria dove sono esposti cammei finissimi, se ci godiamo il cammeo di pochi secondi del nostro attore preferito, possiamo anche permetterci di dire che abbiamo fatto un cammeo di una mezz’ora alla festa del figlio dei vicini e poi siamo scappati in pizzeria, che il vaso di Murano nuovo orna come un cammeo prezioso l’arredamento di casa, che il pezzo forte della mostra vale il prezzo del biglietto e spicca in mezzo agli altri quadri come un cammeo finissimo. C’è sempre spazio per il bello nel nostro parlare, per ingentilire, adornare, arricchire.